Una tra le più apprezzate scrittrici di gialli noir nel panorama internazionale
Fiorentina di nascita e lussemburghese d’adozione, Patrizia Debicke è una delle scrittrici di gialli storici e noir più apprezzate nel panorama letterario nazionale ed internazionale. Autrice di romanzi, racconti ed e-book, redattrice di diverse riviste e docente di scrittura, ha sempre “usato la penna” per il suo lavoro. Nel 2012 ha ricevuto il Premio Europa alla carriera. Incontrata da noi di SH Magazine in occasione della sua partecipazione, come madrina, alla II edizione del Festival del Giallo di Cosenza nel 2013, l’abbiamo intervistata per parlarci del suo ultimo thriller “Il ritratto scomparso”.
Tempo fa mi ha detto che del Lussemburgo, dove vive, adora “l’intenso blu turchino del cielo e le regole certe”, mentre l’Italia, dove torna spesso, rappresenta l’amore “per l’immensa civiltà del passato, l’acuta intelligenza della gente, le radici”. È ancora così?
«Sempre così. Cielo blu e regole certe! Il Lussemburgo non è cambiato di una virgola. Magari si fanno più i conti e si centellinano le spese, ma si comincia a intravedere un futuro più roseo. L’Italia invece, come tutti i paesi mediterranei, vive l’attuale crisi mondiale più acutamente rispetto ai nordici, spesso dimenticando che bisogna confrontarsi con giganti extraeuropei molto più dinamici, e i media non scherzano nell’esaltare le peggiori situazioni, ma confido nella forza e nella “stoffa” italiana».
Autrice, tra l’altro, di opere d’avventura, racconti, e-book, lei è molto apprezzata per i romanzi giallo-storici. È questo il genere che la identifica? E quanto è difficoltoso tingere di mistero un fatto realmente accaduto?
«Il giallo storico è senz’altro il genere che mi identifica meglio. Servirsi della “vera storia” impone una buona conoscenza del periodo (usi, fatti, costumi, ecc.) che si vuole usare come cornice. Difficile? Non per me che amo la storia, ma bisogna ricordarsi sempre – e non mi stancherò mai di ripeterlo – che se una cosa è la storia, altra cosa è la trama che ha la precedenza su tutto e deve essere agile e stuzzicante, insomma invogliare il lettore. Un giallo però deve essere convincente e non barare. Il colpevole deve esserci o essere intuibile e non comparire all’ultimo momento come evocato da una bacchetta magica».
Ai giovani consiglio di scrivere se ne hanno voglia, ma per pubblicare di non cercare scorciatoie
Parliamo del suo ultimo romanzo: dopo “La sentinella del papa”, ambientato nelle torbide atmosfere di corte del ‘500, è passata ad una storia dei nostri giorni, “Il ritratto scomparso”. Da dove nasce quest’esigenza?
«I miei primi libri erano thriller gialli o noir o romanzi tout court. Sono passata a scrivere giallo storico nel 2005 ma ho sempre continuato a scrivere trame attuali, sicuramente un racconto o romanzo attuale mi chiede meno tempo di uno storico, e comunque una cosa non esclude l’altra. Dipende anche un po’ da quello che chiede il mercato. Continuerò!».
Ispirato ai delitti del mostro di Marcinelle, “Il ritratto scomparso” non è solo un thriller ma un’indagine psicologica nella “mente dell’assassino”. Com’è stato affrontare una simile storia di violenza?
«Un diverso tipo d’impostazione e di ricerca per affrontare un tema difficile, ma che pensavo doveroso. La violenza è brutta, quella sui minori: orrenda. Se l’averne scritto potesse servire a mettere in guardia anche una sola bambina…».
Rispetto agli affascinanti eroi maschili dei precedenti romanzi, la figura di Aldany, bello e intelligente ma anche freddo, è più quella di un eroe negativo?
«Mi piace molto il mio”angelo caduto”, Giano bifronte Aldany che era già comparso nel mio Una foto dal passato. Negativo? Probabile, ma serviva un male minore per sconfiggere il male maggiore, il Mostro».
E le donne? Da abili conduttrici del gioco dietro le quinte, con Adrienne diventano protagoniste…
«Adrienne Lecrouet è un bel personaggio, una donna straordinaria, sicura, forte, generosa ma sola, che dovrà passare il timone ad Aldany, l’unico in grado di combattere contro il Mostro».
Cosa riserverà in futuro Patrizia Debicke ai suoi lettori?
«Per il 2015 sono previsti in uscita il sequel de “La sentinella del papa” e l’e-book de “L’uomo dagli occhi glauchi”, mentre a novembre uscirà in e-book “Il ritratto segreto di Velasquez” ambientato a Firenze negli anni ’80. Poi? Altro, altro, altro…».
E Patrizia Debicke cosa si aspetta, invece, dal futuro?
«Spero di continuare a lavorare, e quindi: scrivere appassionando e divertendo i miei lettori».
Lei è anche docente di scrittura e membro di giuria in diversi premi letterari. Che consiglio vuole dare ai giovani?
«Scrivere se ne hanno voglia, ma per pubblicare non cercare scorciatoie. Per i giallisti: inviare i loro testi a premi letterari seri tipo il Giallo Mondadori. Per esempio noi con MilanoNera facciamo il Nebbia Gialla racconti inediti. Sono ancora un ottimo canale e una corretta arena di competizione».